«è sempre stato estratto più oro dai pensieri umani che dalle viscere della terra»

Un estratto dal Liber Novus di C.G. Jung (ISBN 978-88-339-2361-1), Liber Primus, pag. 20, Anima e dio, che mi ha colpito, rispetto al tema del sogno.
« Devo accostarmi all'anima mia come uno stanco viandante, che nulla ha cercato nel mondo al di fuori di lei.
Devo imparare che dietro a ogni cosa da ultimo c'è l'anima mia, e se viaggio per il mondo ciò accade in fondo per trovare la mia anima.
Persino le persone più care non sono la meta e il fine della ricerca d'amore, ma simboli della nostra anima. Amici miei, indovinate verso quale solitudine ci eleviamo?
Devo imparare che la feccia dei miei pensieri, i miei sogni, sono il linguaggio dell'anima mia. Devo serbarli nel cuore e rigirarli nella mente, come le parole della persona più cara.
I sogni sono le parole guida dell'anima.
Come potrei perciò non amare i miei sogni e non rendere le loro immagini enigmatiche oggetto delle mie quotidiane riflessioni? Tu pensi che il sogno sia cosa sciocca e brutta. Ma che cosa è bello e che cosa è brutto? Che cosa è intelligente e che cosa è sciocco?
Il tuo metro di misura è lo spirito di questo tempo [...] m'insegnò a considerare persino il mio agire e le mie decisioni come dipendenti dai sogni.
I sogni spianano la strada alla vita e ti determinano, anche se non ne comprendi il linguaggio [...] il sapere del cuore non si trova nei libri [...] »